Formello
Frequentato fin dalla preistoria, il territorio di Formello, un tempo parte della città Etrusca di Veio, è conosciuto per i suoi numerosi cunicoli sotterranei.
Lo stesso nome “Formello” come viene riportato nel testo ottocentesco “Profili storici di Formello”, deriva etimologicamente dai “formali”, ossia i cunicoli sotterranei che. nascosti nel sottosuolo sono sparsi per tutto il territorio.
Formello è conosciuto anche come “Il borgo dei Formali”; i numerosi cunicoli, studiati approfonditamente dalla British School tra la fine dell’800 e gli anni ’50 del secolo scorso, sono antiche opere d’ingegneria, in gran parte d’epoca etrusca, che per una lunghezza di ben 50 km, fungevano da condotti idraulici per la regimentazione delle acque e il giusto drenaggio sui frastagliati terreni dell’Agro Veientano, garantendo cosi, ancora oggi, un’omogenea e notevole portata d’acqua.
Formello è conosciuto anche come “Il borgo dei Formali”; i numerosi cunicoli, studiati approfonditamente dalla British School tra la fine dell’800 e gli anni ’50 del secolo scorso, sono antiche opere d’ingegneria, in gran parte d’epoca etrusca, che per una lunghezza di ben 50 km, fungevano da condotti idraulici per la regimentazione delle acque e il giusto drenaggio sui frastagliati terreni dell’Agro Veientano, garantendo cosi, ancora oggi, un’omogenea e notevole portata d’acqua.
Tra i “Formali” maggiormente conosciuti, il Cunicolo Olmetti, ancora oggi garantisce tutto l’anno una notevole quantità d’acqua; il cunicolo si presenta con una forma a sezione rettangolare e volta ogivale per una lunghezza di circa 4 km; in questo caso, la grande galleria ha inizio a nord di Formello, in località Monte Massaruccio e, dopo aver attraversato l’intero territorio di Formello, si riversa tramite un’alta cascata in un fosso in località la Selvotta; qui è inoltre possibile ammirare un suggestivo stagno che, tramite le oscillazioni climatiche invernali, acquisisce un colorito roseo che tende al violaceo grazie ad una pianta acquatica della famiglia delle Azolle; da qui l’acqua prosegue al fiume Cremera, ritenuto sacro dagli antichi abitanti di Veio.
Foto di Gianni Curti, Luigi Plos, Tiziana Guida, Alessandra Finiti
-Per maggiori informazioni: “I Veientani” (348-9272165)