Acquarossa
Il centro etrusco di Acquarossa, toponimo assegnatogli per la sua vicinanza alla rossiccia acqua della sorgente omonima originata dalla presenza di minerali ferrosi, venne abbandonato dai suoi abitanti verso il 500 a.C. probabilmente in seguito delle guerre d’espansione condotte dalla potente Tarquinia.
L’impianto urbanistico di Acquarossa, di cui le più antiche testimonianze provengono dalla tarda età del Ferro (VIII a.C.), fu sviluppato secondo le diverse esigenze dei nuclei familiari e pertanto non presenta una pianificazione sistematica. Le abitazioni, a pianta rettangolare, furono in gran parte costruite sfruttando come fondamenta il banco tufaceo del Colle San Francesco.
Gli oggetti di maggiore pregio storico-archeologico ritrovati ad Acquarossa sono le terrecotte architettoniche rappresentanti i temi più diffusi tra gli Etruschi come le danze dionisiache, le fatiche di Eracle e le rappresentazioni di guerrieri; queste terrecotte provengono in gran parte da un edificio di grandi dimensioni datato al VI a.C. il perimetro di questo edificio con le sue forme monumentali e i ritrovamenti fatti a seguito agli scavi archeologici, portano facilmente a concludere che questo fosse il palazzo del Principe etrusco locale.
Il “Palazzo” di Acquarossa, insieme al Palazzo scoperto a “Murlo” vicino Siena, sono le uniche testimonianze rintracciate ad oggi delle residenze dei principi etruschi, con la differenza che, nel caso di Acquarossa, il luogo di culto è separato dal Palazzo a dimostrazione di un’ oggettivazione moderna della sfera religiosa la cui amministrazione non era più delegata al Principe ma ad una nuova dimensione pubblica.