Tuscania
La città etrusca di Tuscania si è formata in seguito all’unione di sette diversi insediamenti esistenti a partire del VII secolo a.C. a Sud e a Nord del colle di San Pietro e individuati grazie alla presenza di altrettante necropoli in cui prevalgono i sepolcri di tipo rupestre. Nel IV e III secolo, l’abitato di Tuscania si concentra sul colle di San Pietro, che ne costituisce il fulcro, e sui vicini colli del Rivellino e di Poggio Fiorentino; la città raggiunge in questo periodo l’apice del suo sviluppo grazie alla sua posizione che agevola gli scambi fra la costa e l’entroterra, trovandosi sull’asse stradale che raggiunge Saturnia che, in epoca romana, diventa la via consolare Clodia.
Fra le molte necropoli sparse nel territorio ricordiamo, in particolare, quella della Madonna dell’Olivo con la grande tomba sotterranea detta della Regina e con le tombe dei Curunas e di altre famiglie aristocratiche, da cui provengono i numerosi sarcofagi in nenfro e in terracotta attualmente conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Tuscania; alcuni sono visibili all’aperto, nella Piazza Basile, e altri si trovano in chiese ed edifici; ricordiamo anche la necropoli dell’Ara del Tufo, con tombe a tumulo simili a quelle della necropoli della Banditaccia a Cerveteri. Agli inizi dell’Ottocento, la famiglia Campanari intraprese diversi scavi nel territorio, portando alla luce decine di sarcofagi che raccolse nel suo giardino; alcuni di questi sarcofagi furono esposti nel 1837 a Londra, suscitando l’ammirazione di George Dennis e stimolandolo di venire in Italia a visitare di persona i siti etruschi e, in particolare, Tuscania, che fu definita la “città dei sarcofagi etruschi”.
Dopo la conquista romana dell’Etruria, Tuscania viene iscritta nella tribù Stellatina e diventa municipio dopo il 90 a.C. Agli inizi del Medio Evo, Tuscania è sede di un’importante diocesi, la cui giurisdizione si estende dal Lago di Vico a quello di Bolsena; il crescente potere della città e della sua autorità ecclesiastica, determina, fra il X e l’XI secolo, la ricostruzione della sua cinta muraria, già eretta in epoca etrusca, che viene ampliata, raggiungendo, nel XIII secolo, un perimetro di 4.700 metri. All’esterno di questa possente cinta, che ancora oggi si può ammirare nel sua quasi totale integrità, si trovano due gioielli dell’architettura medievale, le chiese romaniche di San Pietro e di Santa Maria Maggiore, erette sulla sommità e alle pendici del colle di San Pietro, dove, in passato si ritiene che fosse ubicata l’acropoli della città. Per quanto riguarda la Basilica di San Pietro, lo storico dell’arte Pietro Toesca, ritiene che sia stata costruita a partire dell’VIII secolo a opera di Maestri Comacini, costituendo un prototipo dell’architettura romanica, mentre altri ritengono che risalga all’XI secolo, per essere poi rimaneggiata fra l’XII e il XIII secolo.
Nel XII secolo Tuscania diventa un libero comune e nel secolo successivo è coinvolta nelle lotte fra Guelfi e Ghibellini nel quadro della contrapposizione fra Papato e Impero. In seguito a queste contese e alla perdita d’importanza della Via Clodia, Tuscania vede diminuire il suo potere e il suo prestigio. Nel XIV secolo il legato pontificio Cardinale Albornoz ripristina il controllo papale sul territorio di Tuscania, mentre 1421 Papa Martino V trasforma Tuscania in contea, affidandola al condottiero Angelo Broglio da Lavello. Nel 1495 Tuscania viene saccheggiata dalle truppe di Carlo VIII e inizia un periodo di lenta decadenza che cessa solo con l’unità d’Italia, che segna l’inizio di una sua ripresa.
Il terremoto del 1971 ha gravemente danneggiato la città, provocando numerosi crolli; anche le chiese di San Pietro e Santa Maria Maggiore hanno subito in tale occasione, dei gravi danni, ma sono state successivamente restaurate e restituite al loro splendore.